Nel 2025, dopo un lungo periodo di sottoperformance, l’Eurozona ha sovraperformato gli Stati Uniti, favorita da valutazioni più attraenti e da una iniziale minore fiducia degli investitori nell’amministrazione Trump. Il deprezzamento del dollaro rispetto all’euro ha ulteriormente favorito i mercati europei: il cambio euro-dollaro è passato da 1,03 a circa 1,16, con una svalutazione del 12,5%. Tra le principali piazze europee, la Spagna si è distinta con l’indice Ibex 35 ai massimi storici (YTD quasi +50% in euro) e una crescita economica superiore alla media dell’eurozona, trainata dall’immigrazione e dalla solida redditività del settore bancario.
“Anche l’Italia ha brillato con il FTSEMIB che ha generato ritorni poco so il 30%. Anche in questo caso, il settore bancario, che pesa oltre il 35% sull’indice, ha registrato un rendimento superiore al 54% da inizio anno, grazie a margini di interesse elevati, utili record e una qualità degli attivi ai massimi storici”, sottolinea ancora Beccaria.
Oltreoceano, il Nasdaq si è confermato il migliore tra i principali indici statunitensi (+23% ca. in USD). La performance riflette il predominio dei titoli tecnologici, in particolare quelli legati all’intelligenza artificiale. Tra le “Magnifiche 7”, spicca Nvidia, che ha raggiunto al termine del terzo trimestre ricavi record di 57 miliardi di dollari e una crescita dell’EPS del 60% superiore alle attese, oltre ad essere stata la prima società al mondo a raggiungere i 5 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato.
Non tutti i mercati, però, si sono distinti in positivo. In Europa, la Francia (+14% ca. YTD), con una performance ben al di sotto della media europea, ha sofferto a causa delle incertezze politiche e fiscali hanno pesato sul sentiment degli investitori, portando anche a un declassamento del rating sovrano. A livello globale, l’India, nonostante fosse considerata meno vulnerabile ai dazi, ha registrato rendimento negativo (11% ca. YTD in valuta locale, -6% in euro) a causa di deflussi di capitali, valutazioni elevate (con un PE che aveva raggiunto un raggiunto un livello pari a 25 ca.) e rallentamento degli utili societari.
In Asia, la Cina è tornata protagonista grazie al boom di Hong Kong, con l’indice Hang Seng che ha guadagnato il 35% ca. in valuta locale, sostenuto da volumi in ripresa e IPO record. Le riforme di Pechino e gli investimenti delle big tech locali hanno riacceso l’interesse degli investitori internazionali, mentre i risparmiatori cinesi hanno gradualmente cominciato a tornare sull’equity.
Anche il mercato onshore ha mostrato segnali di forza, con l’indice CSI 300 in crescita del 20% YTD ca. In Giappone, il Nikkei ha registrato una performance del 29% ca. in valuta locale (quasi 17% in euro), avvicinandosi ai massimi storici grazie alle aspettative di riforme, stimoli fiscali e buyback record sotto Sanae Takaichi, prima donna alla guida del Giappone. Tuttavia, in euro la performance risulta pari solamente al 17% ca., a seguito del forte indebolimento dello yen rispetto all’euro, alla luce di un significativo ritardo nel rialzo dei tassi da parte della BoJ nonostante un’inflazione persistente e pari al 3%.
Dall’inizio dell’anno, l’America Latina ha registrato ottime performance, trainata in particolare dal Brasile, che rappresenta circa il 60% del mercato regionale. Il Paese ha beneficiato delle politiche fiscali espansive introdotte dal governo Lula, misure pensate anche in vista delle elezioni previste per il prossimo anno.
Tra gli interventi più rilevanti figurano la riforma fiscale recentemente approvata, che introduce un sistema di IVA duale per modernizzare il sistema tributario. Inoltre, sono stati adottati provvedimenti per sostenere la domanda interna, come l’innalzamento della soglia di reddito esente dalle imposte e la riduzione del carico fiscale per i redditi fino alla classe media, con un impatto positivo atteso sulla spesa di milioni di lavoratori.
Un altro pilastro è il PAC – Programa de Aceleração do Crescimento, un piano di investimenti da oltre 300 miliardi di dollari, focalizzato su infrastrutture (trasporti, energia, risorse idriche, sviluppo urbano) e settori sociali come salute e istruzione. L’obiettivo è stimolare una crescita sostenibile e favorire la transizione ecologica, mobilitando risorse pubbliche e private.
Sul fronte edilizio, è stata introdotta una riforma che prevede linee di credito agevolate tramite la banca Caixa, per consentire alle famiglie di ristrutturare e migliorare le proprie abitazioni. Questi finanziamenti coprono materiali, manodopera e servizi, con tassi di interesse bassi e pagamenti limitati al 25% del reddito, sostenendo così il settore delle costruzioni e il mercato del lavoro.
Nonostante i dazi imposti dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, il Brasile è riuscito a minimizzare l’impatto grazie alla riallocazione delle esportazioni: le vendite verso gli USA sono calate di circa il 20% dall’inizio dell’anno, ma quelle verso l’Asia – in particolare la Cina – sono aumentate di circa il 29%.
Va sottolineato che tutto questo è avvenuto in un contesto di politica monetaria restrittiva da parte della banca centrale nel 2025, per contrastare l’inflazione in crescita. Negli ultimi mesi, però, l’inflazione è tornata a scendere e il mercato azionario è stato sostenuto anche dalle aspettative di un nuovo ciclo di tagli dei tassi, che potrebbe iniziare già all’inizio del 2026.